SICILIA BEDDA 6


Maggio 2015..SICILIA BEDDA 6--

Da Palermo a Messina

Questa volta atterriamo a Punta Raisi, sorvolando il monte roccioso proprio dirimpetto allo scalo.. e siamo a Palermo.. prendiamo una skoda all'autonoleggio e poi in città, con visita alla Cattedrale, dagli stili architettonici diversi: normanno, medievale nelle absidi, settecentesco nella cupola e nell'interno in cui riposano alcuni Re siciliani e l’imperatore Federico di Svevia .Innamorato della cultura, egli scelse Palermo come sede della sua corte e si attorniò di sapienti di ogni parte del mondo conosciuto.  Qui nacquero i primi sonetti,  il concetto di “amor Cortese”, gli studi matematici, filosofici, astronomici che diedero impulso al sapere laico, alla nascita delle prime università ..

Non può  mancare perciò  la visita al Palazzo dei Normanni, ex Palazzo reale, e, al primo piano, alla Cappella Palatina, una delle chiese più  preziose della città, ricca di decorazioni, di mosaici a fondo oro di  epoca medievale, di immagini di particolare brillantezza..







Ci  incuriosisce una chiesa-teatro, tra le tante, ognuna con la sua caratteristica: ricordo, in un  altro viaggio, S. Giovanni degli Eremiti, costruita da maestranze arabe, le sue rosse cupolette, ora sconsacrata ma di grande fascino.
Ci si presenta una città  signorile nelle fontane barocche, nei palazzi lungo il corso, nell'eleganza degli abitanti, nei raffinati bar……….non manca il colore del mercato di Ballarò che sta  per chiudere ma ci permette di acquistare succose  olive, formaggi e salumi caratteristici, pane di tutte le forme per i nostri tradizionali pigiama-party alla fine di giornate piene e.. stancanti…
A pochi chilometri dalla città siamo a Mondello, caratteristico borgo di pescatori con comodi lidi attrezzati, ma proseguiamo  perché “chi è  stato a Palermo e non a Monreale, nasce sc’cco…(asino) e…m more maiale”

Come si fa a non salire al Duomo, appunto di Monreale, che si rifà  all'architettura dell’Europa del Nord ed all'arte araba ??  ….All'interno mosaici d’oro, una sequenza ritmica di colonne sormontate da volte ad ogiva..







Ma ciò  che ci incanta è  il chiostro, capolavoro di scultura e intarsi di pietre dure.  228 colonnine, con decori differenti, sormontate da elaborati capitelli.. sopra i quali si alzano archi di origine araba..veri e propri gioielli.. di altissima fattura..

È  ora di riprendere la strada e, percorrendo la statale costiera, raggiungiamo Cefalù, all'estremità  dell’ampio golfo di Termini Imerese, costruito ai piedi di un promontorio roccioso.




Attraverso una rete di strade e stradine acciottolate  saliamo al Duomo , eretto nel 1100,uno dei più  eminenti monumenti Normanni in Sicilia,all'interno I mosaici antichi e il Cristo pantocratore nel presbiterio, fuori la piazza splendente ed animatissima..
Sulla strada del ritorno la costa si fa più  aspra e la strada sembra quasi tuffarsi nel mare.
I ruderi di antiche torri d’avvistamento documentano concretamente la lotta degli isolani contro le razzie dei pirati.
Sostiamo a Castel di Tusa, piccolo borgo vicino a S. Stefano di Camastra (rinomato per le sue ceramiche): non solo mare limpidissimo ma anche Fiumara d’arte, museo a cielo aperto attorno al letto di un antico fiume, ora prosciugato.
Verso casa ci fermiamo a Capo Calavà, luogo di dolci ,giovanili ricordi…è  sera e tutto sembra più  bello.

Il giorno seguente a S. Pier Niceto, che si sta preparando all'”infiorata” del Corpus domini..


Tutti, adulti, giovani, bimbi, anziani, sono al lavoro: chi disegna,  chi raccoglie frammenti di foglie e fiori,  chi compone questa lunghissima “coperta” fiorita che attraversa il dedalo di stradine e vicoli collegando la parte bassa del borgo alla chiesa della Madonna del Carmine e oltre….alla chiesa di S. Rocco…la più  alta.
Si respira collaborazione e gioia di fare da parte di tutta la comunità ..Concetto su cui riflettere…
Ripartiamo verso Capo Milazzo, lunga sagoma che si protende sul Tirreno, con l’omonima città.





Saliamo in cima, per poi scendere al mare su uno scosceso sentiero. .vogliamo vedere il lago di Venere.. E allora, nel vento freddo che chiama pioggia andiamo giù  io e Marisa, come due bimbe curiose, all'avventura. .Voglia di disubbidienza alle raccomandazioni delle più  prudenti e sensazione di libertà  nella furiosa bellezza della natura…

Cena a S. Lucia del Mela, uno dei tanti magnifici borghi sconosciuti ai più, un atavico castello, misterioso  nella notte: nel paesaggio una ricca varietà  di flora, querce millenarie e le limpide acque del Mela.
Tra le altre cose, una, non meno importante,  si mangia proprio bene..
Alla prossima..

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