Bari -Valle d’Itria -Alto Salento Murge Puglia imperiale Matera






Viaggiatrici anta… molto per caso : Marisa  Franca  Daniela  Lucia  Mimma

Domenica 21/ 9
Partenza. Aereo a Orio al Serio ore 10.30. Arrivo aeroporto Bari ore 12.00.
Auto a noleggio spaziosaCi dirigiamo verso la costa.
Soggiorno all’hotel "S. Tommaso" antico convento ristrutturato, con bellissimo giardino, fontana, ingresso trionfale tra olivi secolari, stanze raffinate.
Cena a Polignano a mare. Incantevole borgo, da visitare l’indomani.
*spiaggia con acqua sorgiva 





Lunedì 22 / 9
Colazione superba, servita da un cameriere attento e gentile. Scorpacciata di frutta di ogni genere.
Visita a Polignano a mare, città natale di Domenico Modugno, con viuzze caratteristiche del periodo medievale sopra un’alta scogliera. Le abitazioni, intonacate in bianco con tetti generalmente piatti, crescono fin sul ciglio di una roccia erosa, che precipita in verticale nello specchio marino da una ventina di metri circa. La costa è ricca di falesie, grotte e cale.

Sosta a Monopoli, il cui centro storico è un dedalo di viuzze che si snodano tra palazzi e case-torre.
Ammiriamo il cinquecentesco castello Carlo V, le cui sale ospitano mostre, concerti e spettacoli.
*Castello Carlo V



Riprendiamo la strada  per Martina Franca, inoltrandoci nelle Murge, con i caratteristici trulli.
Superiamo la selva di Fasano: attorno a noi maestosi ulivi e trulli di ogni genere, dal ricovero degli animali alla grande proprietà. Oltrepassiamo strade sempre più strette in mezzo a muretti a secco, fino a raggiungere un posto incredibile e pieno di pace, in mezzo al nulla.
Ci accolgono due ragazzi e la proprietaria che ha intrapreso da sola l’avventura d’imprenditrice a 72 anni (ci  racconterà in seguito tutti i particolari!).
Si tratta della masseria S. Elia: grande complesso-ex monastero formato da vari edifici per il lavoro agricolo, gli alloggi per uomini ed animali, una chiesa.




Scelta delle camere, con predilezione per la più grande, dotata di idromassaggio.
Cena a Martina Franca, a metà strada tra Ionio e Adriatico, una delle piccole capitali del barocco in Italia. Il centro storico del borgo è un labirinto: tra volte e androni, le abitazioni si presentano semplici, nella singolare fusione tra il colto e il popolare. Anche nelle vecchie case, la gentilezza settecentesca ha impresso un segno!

Martedi’23 / 9
Dopo la scarna colazione, visita ad Alberobello, patrimonio dell’umanità con i suoi 1400 trulli (dal tardo greco= trullos) uno degli aggregati più straordinari dell’architettura popolare italiana. Si tratta di locali a pianta quadrata, con la copertura a cupola fatta di cerchi concentrici di pietre, sempre più stretti e posati a secco: la cuspide è una pietra lavorata con forme di fantasia. La base intonacata è bianca ,mentre la copertura è nera.





Ci inoltriamo e ci perdiamo nelle viuzze tortuose, in uno scenario fiabesco senza pari. Sulle coperture sono segnati in calce  bianca dei simboli–religiosi, magici-di proprietà. Visita al” Trullo Sovrano”, l’unico a due piani e sosta presso un piccolo ristorante con l’orto annesso, gestito da simpatici e intraprendenti giovani. Chiacchierata al sole con un avventore del luogo(Mimma dimentica la borsa con gli acquisti!)

Ripartiamo con destinazione Locorotondo, nel cuore delle Murge, sulla cima di un colle a dominio della valle d’Itria. Il suo curioso nome deriva dalla particolare pianta circolare entro la quale si colloca l’originario tessuto urbano. Vi si trovano tipiche abitazioni con il tetto a spioventi, ricoperto dalle “ chiancarelle”, le caratteristiche pietre grigie che contrastano con il bianco dell’intonaco.



Ritorniamo. Per la cena in masseria Ida ci ha preparato vari assaggi di specialità del posto.
A fare nuttata------------------------------------------------------------------------------------------------------

Mercoledì 24 / 9
Ultima colazione in masseria; soffia un vento ancora più impetuoso degli scorsi giorni e il cielo minaccia pioggia. Attraversiamo un paesaggio verdeggiante, ammantato di ulivi. Ci fermiamo per fotografarne alcuni contorti, enormi, bellissimi, tutti con il loro numero sulla corteccia.

Ci dirigiamo verso le ultime propaggini delle Murge, verso la la cosiddetta “città bianca” per eccellenza: Ostuni.
Dalla trafficata periferia saliamo verso il centro storico: il bianco splendore delle antiche case illumina i tre colli su cui sorge il borgo medievale, elevato e cinto di mura






Linee sinuose segnano il contorno della facciata tardo-gotica della Cattedrale, ornata dal grandioso rosone a ventiquattro raggi. Ci sparpagliamo per negozi di vestiti coloratissimi, di souvenirs, banchetti di frutta, un polveroso laboratorio dove un costruttore appassionato di giochi di tradizione leonardesca ci incanta con la sua semplicità.
Una pittrice innamorata del luogo ci dà indicazioni ma il gruppo si disperde fra le piccole corti, le strette rampe le case palazzate, i vicoletti, i palazzi gentilizi, e, naturalmente, le botteghe !
Dopo una travagliata decisione se mangiare a pranzo o a cena si opta per il pomeriggio in riva al mare. Scendiamo dunque alla marina dove troviamo solo scogli, poca sabbia rossastra e una leggera pioggia. Al ristorante “Agli archi,” apparso aperto come un miraggio, ci fermiamo ,gustando i migliori antipasti di pesce serviti con simpatia e cordialità.
Poi tre di noi a camminare tra le dune e due a giocare a burraco sotto un patio affittato spiritualmente ,da dove si gode uno stupendo panorama.
La costanza di Marisa impedisce la pigrizia così ci ritroviamo tutte in riva al mare, in un luogo magico dove la nostra riesce anche a fare un bel bagno!

Visita curiosa a Cisternino, noto come l’Isola (O come il rifugio per un’ eventuale fine del mondo!)
Ci colpisce la perfetta pulizia del paese e delle vie lastricate. Il nucleo storico dà l’impressione di un villaggio orientale con case tinteggiate di calce e fornelli annessi alle macellerie dove gustare bombette e gnumaridde.



Ultima sera alla masseria dove, dopo aver cenato con gli avanzi secondo il rito del “pigiama party”, partecipiamo a Mimma i segreti del burraco. Naturalmente, come da manuale, essendo principiante, vince la partita---------------------------

Giovedì 25 / 9
Partenza per Matera. Arrivo alle ore 12. Troviamo il b e b “Casa stella” dove la proprietaria Monica ci accoglie con gridolini di piacere e dove rimaniamo incantate dal gusto e dall’eleganza dell’arredamento, soprattutto dal bagno ricavato da una grotta: originalissimo.
In giro per i “sassi” con la guida. Vediamo centinaia di grotte scavate nella roccia, dotate di bellissime facciate in muratura. Da “vergogna nazionale “nel dopoguerra, a riconoscimento di eccezionale patrimonio imprescindibile di tutta l’umanità (1993)e quindi oggetto di un piano di recupero.
Percorriamo un labirinto di vicoli e stradine, ci fermiamo in una piazzetta detta “vicinato”  per capire la straordinaria organizzazione di cisterne per l’approvvigionamento idrico di ogni comunità.
Raggiungiamo la casa-grotta di Vico solitario, un museo storico con mobili e attrezzi originali della civiltà contadina dove si comprende quanto fosse dura la vita nelle case troglodite, abitate dal primo decennio dell’800 fino al 1952. Le persone vivevano stipate in un unico ambiente, in parte scavato nella roccia e in parte costruito, che comprendeva tra l’altro la cucina, una piccola tavola con un solo grande piatto dal quale tutti mangiavano e il letto di fronte al quale si allestiva la stalla col mulo.



Salendo, arriviamo sulla cima del Monterrone, lo sperone roccioso che domina il ”sasso caveoso”, all’interno del quale è sorta Santa Maria de  Idris, una delle chiese più antiche e suggestive dell’Alto Medioevo quando si insediarono molte comunità monastiche benedettine e greco-bizantine.




Ci colpisce la bellezza degli affreschi alle pareti, tra cui un dipinto a tempera raffigurante la Madonna con Bambino, e la presenza di un cunicolo affrescato che collega la chiesa alla cripta dedicata a S. Giovanni in Monterrone, interamente scavata nella roccia.

Cena deludente da “Francesca” ma, fatti pochi passi, riusciamo a caricarci di energie positive ballando e cantando al “Quarto storto”: simpatici ragazzi lucani animano la notte stellata con canti ,balli e suoni alternativi (bottiglia con chiave, scopini d’acciaio su sedia, due bottiglie di birra + i classici tamburello e fisarmonica)= festa grande e inaspettata-------------------------------------------







26 / 9
Colazione raffinata da Monica, padrona di casa perfetta: focacce e dolci freschi serviti su tovaglia chiara con disegni in fiandra, in compagnia di ospiti francesi con cui cerchiamo di conversare.(era nei patti stabiliti, ridendo con Monica).

Partenza per Castel del monteincredibile e superba costruzione (voluta da Federico II nel  ‘200) che si trova immerso nella campagna, su un’altura dominante i territori circostanti. Sembra fosse un edificio costruito per la caccia ma il suo inutilizzo e i numerosi simboli (v. forme ripetute ottagono)sembrano attestare un ruolo diverso. Rimaniamo impressionate dalla mole ,dalla perfezione delle forme, dal suo isolamento.





Arrivo a Trani. Giro nel vento. Ci riposiamo nella grande piazza di fronte alla raffinatissima Cattedrale, alto esempio dello stile romanico–pugliese (1096-1186,dedicata a S. Nicola, detto il pellegrino, con il suo altissimo campanile (58,9 m).
Vediamo passare invitati ad un matrimonio perciò ci affrettiamo a visitarla prima della cerimonia.
All’interno ammiriamo la pietra chiara, le belle navate romaniche, ma non rinunciamo a dare il voto all’abbigliamento delle invitate. Risultano le migliori.la signora in malva e la ragazza con un originale vestito a righe multicolori.
Passaggio nella cripta e nella chiesa ortodossa dove si è verificato l’incontro tra il nostro papa Giovanni Paolo II e il pope ortodosso.



Si riparte per Giovinazzo dove abbiamo prenotato al “Lafayette” sul lungomare.
Marisa e Franca percorrono tutto il lungomare a piedi, nel vento, per scoprire un posticino dove cenare .
Lo trovano. E "Punto a capo” dove ci servono buon vino e tipi di pesce. Serata allegra (tanto per cambiare!)


Sabato 27 / 9

Colazione nella sala rossa di fronte alle onde spumeggianti. Attesa del pullman che ci porterà a Bari, città che ci rivelerà grandi sorprese. Vento e mare accarezzano le sue mura ed i palazzi sul lungomare più lungo d’Italia.
Percorriamo il borgo antico: dalla Basilica, in cui si sta allestendo un matrimonio alla Cattedrale di S. Sabino. La Cattedrale, che risale al periodo normanno-svevo (1100-1220) è dedicata alla Vergine Assunta che si venera assieme a S. Sabino, vescovo di Canosa del VI sec. Il maestoso edificio rappresenta l’ultimo e maturo esempio dello stile romanico-pugliese(fine sec.XII-XIII). Il campanile, elegantissimo, è alto 88 metri.






Visitiamo il succorpo della cattedrale, dimenticato per secoli e usato come ossario. Ammiriamo i resti di una domus romana, l’epigrafe del liberto Lucio Gellio, la pavimentazione di una strada romana e il bellissimo pavimento a mosaico di una basilica paleocristiana. Rimangono anche stipiti e architravi dei cinque portali della vecchia cattedrale bizantina.






Usciamo: è tutto un susseguirsi di chiostri, conventi, chiese, botteghe artigianali e forni.
Osserviamo la vitalità che si sprigiona nella città vecchia e arriviamo al castello. Da lì andiamo a zonzo, senza meta così troviamo una signora che ci prepara da mangiare polenta fritta e dolcetti di pane in una bella piazzetta assolata: dialoghi e urla ad alta voce, bimbi che giocano, cesti che scendono e salgono con i viveri: assolutamente impedibile!
Passiamo nella città nuova per vedere il teatro Petruzzelli; strade larghe e diritte, piene di bellissimi negozi e locali, via Cavour, stazione, camminate inutili dopo informazioni sbagliate.

Torniamo in treno. Poi di nuovo attesa a Giovinazzo per tornare all’hotel, stanchissime..
Il proprietario però ci fa un bell’invito che accettiamo di buon grado: salire sul suo pulmino per visitare Molfetta con il porto, il Duomo antico con due campanili quadrati e le cupole, la
Cattedrale sontuosamente barocca.



In auto per l’Aeroporto. Ciao Puglia: abbiamo lasciato un pezzetto del nostro cuore!





Commenti

  1. A parte lo schoch per vedermi così...giovane..ricordo un viaggio straordinario che ancira una volta dimostra la ricchezza e la bellezza del sud che non ci delude mai.
    Matera è veramente unica..affascinante ..fuori dal tempo..e la Puglia...soggiornare in quella masseria di Trulli in mezzo al nulla..beh che emozione!per non parlare della casa a Matera.. una chicca da rivista di arredamento.

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