SARDEGNA, TERRA ANTICA


SARDEGNA, TERRA  ANTICA

(28 settembre-1 ottobre 2015)
Marisa, Mimma, Lucia, Franca

Ed ora  un’immersione nella nostra Sardegna, terra unica, antica, dalla natura aspra e selvaggia, un po’  appartata, nel carattere orgoglioso dei suoi abitanti, di tradizione pastorale, non marinara..ma attorniata da uno splendido mare.
Isola profumata di mirto, variamente colorata e fantasiosa nelle sue rocce scolpite dal vento, atavica nei volti dei suoi pastori, nella devozione sacra, nelle tradizionali processioni, ma anche nei riti segreti e nei misteri dei siti preistorici ...
Terra di memoria di cavalcate, di  miniere, di danze e musiche popolari, di manufatti artigianali, di creazioni artistiche, di tesori, di eroi, orgogliosa del suo regale passato…
E ancora ….il fascino delle sue oasi naturalistiche, le  creature del mondo sottomarino, il sorriso dei volti di pietra, le coste rocciose modellate dall’omnipresente vento…
Infine il mare...sabbie di quarzo e alte dune dorate, dove volano i grifoni, il verde aspro, le coste alte e granitiche difficili da raggiungere ….. ma pure  i luoghi esclusivi della mondanità, l’affollamento eccessivo , i riti notturni della movida…
Tutto questo...e molto altro…. ci offre la Sardegna!!


TRA  FENICOTTERI  ROSA E SITI  ARCHEOLOGICI

Il nostro viaggio inizia lunedì 28 settembre, con la solita alzataccia delle ore 4, con partenza dall’aeroporto di Orio al Serio alle 8.30…
L’ atterraggio a Cagliari è particolare perché sembra di entrare direttamente nella laguna…in cui vediamo alcuni fenicotteri rosa, “sa genti arrubia”, che qui nidificano con molte altre specie, tra cui aironi e gabbiani.
Dopo una lunga coda all’arrivo a Cagliari per una fuoriuscita d’acqua dal retro, noleggiamo una sgangherata  “Picasso” e ci dirigiamo verso lo stagno  Molentargius, importante bacino centrale della laguna, in cui vive la colonia maggiore dei fenicotteri.
La strada è al livello dell’acqua...acqua a destra e acqua a sinistra… notiamo alcuni uccelli in mezzo ai canneti, altri forse non escono per le recenti, piovose giornate… Li vedremo meglio di sera, prima del tramonto, quando attraverseranno il cielo sopra la città con stormi di decine di esemplari..
Essi si spostano a quell’ora per far scorta di cibo: piccoli crostacei rosa, di cui sono ricche le saline di Macchiareddu.

* Sa genti arrubia – fenicotteri rosa


Ci dicono che il periodo migliore della nidificazione di questi bellissimi volatili avvenga nelle prime settimane di giugno, periodo in cui i cagliaritani, nello stagno color rosa, osservano i “pulli” o pulcini appena nati, organizzando pure una bella festa…
Il nostro itinerario prosegue verso il sud-ovest a Pula, borgo di origine medievale, dove ogni anno si compie il famoso e folkloristico pellegrinaggio in onore di S.  Efisio, meta turistica di grande spicco per le sue belle spiagge e per l’importante sito archeologico di Nora, vero  e  proprio museo  all’aria  aperta.

* sito archeologico di Nora






La  suggestiva area di fondazione fenicia e, successivamente, punica  e romana si trova sul promontorio, con il mare a fare da sfondo: importante emporio commerciale di metalli, tra Spagna e Oriente, all’alba del V sec .a.C. …e una grande necropoli affacciata sul mare di ponente…
Visitiamo il quartiere punico, il tempio di Esculapio….di cui due statuette raffigurano devoti offerenti verso il serpente, animale sacro al dio, nel II sec. a. C.     Dell’insediamento successivo osserviamo il foro, il teatro ed anfiteatro oltre agli impianti termali e case d’abitazione d’epoca romana, il pavimento  a mosaico di una villa, il mercato.. …il tutto reso magico dalla prossimità  al mare.
Si può  dire che gli antichi non disdegnavano di scegliere posti belli e riposanti… !!

SPIAGGE-MERAVIGLIA

A Sa Colonia depositiamo i bagagli nelle camerette di fronte al giardino di palme, ci cambiamo e arriviamo alla spiaggia di Chia.., che si stende sulla costa del Sulcis, a ridosso di una riserva naturale popolata da grifoni..




La spiaggia, riconoscibile dalla torretta cilindrica della necropoli fenicia di Bithia, è disseminata di dune intervallate a zone di macchia mediterranea, oltre a piccoli stagni che incontriamo dopo il bagno, nella passeggiata sulla battigia.
Risaliamo in auto… (mai ferme in un posto… !!) su  strada sterrata verso Capo Spartivento, con il suo faro, promontorio di  costituzione  granitica, alla cui base scopriamo la bellissima spiaggetta di porti Simoni Gibudda, nota come cala  Cipolla, solitaria e nascosta, circondata da pini, mirto e ginepri .
È  il tramonto e il panorama è  incredibile…fotografiamo il faro e…, dopo cale e calette, giungiamo alla “cala rosa” da cui non vorremmo andarcene più  ..così  potrebbe essere il paradiso?? Bellissimo, pacifico e profumatissimo…

*Cala Rosa

Cena da gourmet stasera. .: antipasti di mare… malloreddus a forma di conchiglia, dolce…mangiatona!
Il giorno seguente ripartiamo dal piccolo appartamento che ci ha ospitate, modesto ma dignitoso, anche se con poca acqua calda e nessuna coperta.. per raggiungere la spiaggia di Tuerredda  tra capo Malfatano e capo Spartivento: mare cristallino, tutte le sfumature del blu, turchese…verde smeraldo.. blu intenso… profumi mediterranei, sabbia bianca e impalpabile, luogo, a ragione, definito “gioiello” della costa sud-occidentale dell'isola.

*Tueredda

In lontananza una piccola isola, dove è  situata una torre altrettanto piccola (ecco il nomignolo….) da cui si spazia sul territorio selvaggio ma accogliente..
Ancora in viaggio, superiamo capo Teulada, l’estremità meridionale della Sardegna, con scogliere altissime, a picco sul mare, base militare non raggiungibile da terra ... perciò   ci dirigiamo a Porto Pino, nel golfo di  Palmas, una lunga striscia di sabbia tra il mare e lo stagno di Brebeis, bordato da pini d’Aleppo.
 Sul lato orientale, al limite della base militare, si alzano dune di sabbia finissima alte fino a 14 metri… naturalmente andiamo …percorrendo una strada sterrata e, in parte infangata,  piena di vistose pozzanghere, poi a piedi e in salita per raggiungere la vetta… (scopriremo in seguito che quella stradicciola sarebbe stata travolta dalle  forti piogge il giorno dopo… )

*Dune

Una lunghissima passeggiata con lunghe chiacchierate e ripartiamo per S.  Antioco, principale comune dell’omonima isola, un piccolo istmo ci collega al borgo di mare con porticciolo, case colorate e invitanti locali con menu di pesce, larghe vie, negozi caratteristici di tessuti, lavorazione del bisso e costruzione di barche in legno.
Sostiamo all’Hotel del Corso, di cui apprezziamo il bel bagno …. poi la cena, superba, dai Due fratelli …pasta alla bottarga, pane carasau, spigola, orata,  seppia, tonno “rosso” (tipico), gamberoni,  cozze,  seadas ..per chiudere in bellezza…
Il 30 settembre, mercoledì, visitiamo l’intima e suggestiva cattedrale di S. Antioco, di origine bizantina, sede di catacombe inserite in un labirintico ipogeo con dedalo di cunicoli (che si credeva portassero in Africa…) poi ripartiamo per Calasetta, detta “la bianca” per il colore prevalente delle abitazioni..
Si tratta di un borgo conosciuto per storia, tradizioni, cucina marinara e bellissime spiagge..
Qui, nel 1769, 38 famiglie di pescatori di corallo, poi di tonno, provenienti dalla Tunisia, ma originari  di Pegli, chiesero al re Carlo Emanuele di popolare la costa settentrionale dell’isola di S. Antioco..in seguito arrivarono coloni piemontesi, che produssero preziosi vini… inoltre giunsero altri coloni dalla Sicilia… per cui si tratta di un variegato microcosmo la cui caratteristica è  data dalle prelibatezze culinarie e dalla parlata ligure-piemontese-tunisina…

TRA  MINIERE   E   MARE

Il clima non è  dei migliori… minaccia pioggia, per cui proseguiamo verso il cuore del Sulcis per osservare ciò  che resta dei lunghi anni di lavoro nelle miniere, sotto un territorio ricchissimo di carbone e metalli..
Verso Carbonia, città  nata  col  boom  minerario, famosa per archeologia industriale, che ospita il museo del carbone ed il museo etnografico, luogo-teatro delle lotte dei minatori, per ottenere condizioni migliori..
Ci inoltriamo nella zona più  interna e attraversiamo Gonnesa, altro centro caratterizzato da attività  estrattive già  dai fenici, punici e romani, di argento, piombo, rame e zinco..
Facciamo tappa ad Iglesias, il cui  nome, di derivazione spagnola, significa, non a caso,  “chiese”…luogo dal passato glorioso durante il dominio catalano-aragonese, che si riflette soprattutto nelle “processioni dei misteri” della Settimana Santa, oltre al festoso corteo storico-medievale di metà  agosto…
Attraversiamo una allegra via del centro… in alto una  miriade  di variopinti ombrelli……che ci colorano la grigia  giornata.

*ombrelli



Visitiamo la cattedrale dedicata a S. Chiara, principale luogo di culto, fatta costruire nel XIII sec. dal conte Ugolino della Gherardesca…..(descritto da Dante nel XXXIII canto dell’Inferno, ghibellino. . rinchiuso in una torre con i suoi figli, dove morì)       all’esterno lo stile è  romanico-pisano,  all’interno gotico-catalano… molto particolare.

*Santa Chiara







Da qui ripartiamo per conoscere, dal di dentro, le miniere e le vite delle famiglie ad esse legate..
A Nebida, tra pozzi, gallerie, pontili e case dei minatori, oggi villaggio fantasma… la laveria  Lamarmora, che si trova  laggiù, davanti al mare agitatissimo… si potrebbe raggiungere  per un viottolo strettissimo, sdrucciolevole, con un vento incessante… per cui ritorniamo, armate di sciarpe e foulards, sui nostri passi, raccogliendo pezzi di pietre dai colori meravigliosi… verde smeraldo, argento, nero, rosso, ramato… .tante… .(ne lasceremo un mucchio ad una fermata d’autobus,  perché  impossibilitate ad appesantire troppo la valigia…..peccato!! )



Abbiamo appuntamento a Masua-PortoFlavia per visitare l’ex miniera, ardita opera sospesa fra cielo e mare, che permetteva l’imbarco diretto dei minerali, destinati alle fonderie nord europee sulle navi, riducendo tempi e costi di  trasporto….



Armate di casco e lanterna insieme a Paolo, nostra guida ed ex-minatore, affrontiamo il tunnel lungo circa 600 metri, scavato nella roccia dai minatori, quasi un porto sospeso a metà  di una parte rocciosa  che sbuca a metà  di uno strapiombo.. Di fronte il faraglione di Pan di zucchero, monumento naturale di 132 m .

*Pan di zucchero


Paolo ci spiega la vita difficile, il lavoro duro dei minatori e delle loro famiglie, le condizioni precarie ma anche i loro sogni e le speranze di un futuro migliore… istruttivo..
In seguito scendiamo alla baia di Masua dove notiamo le striature diversamente colorate delle rocce, dovute ai vari componenti dei metalli. Si alza il vento…..minaccia pioggia…
Giungiamo a cala  Domestica, spiaggia con acqua verde smeraldo e fondale scuro.. La cornice naturale di falesie a picco sul mare la rende inconfondibile… .qui storia mineraria e natura selvaggia si fondono in un unico scenario..

*Cala Domestica



È  pomeriggio inoltrato e il cielo è nuvoloso...ma non possiamo rinunciare a percorrere un tratto dell’anello dei 5 faraglioni, passeggiata a ridosso della verdeggiante costa sul mare…ammirandone scorci  suggestivi…
Luogo “dove la terra sa di miniera e l’aria profuma di mare”, sentieri costruiti dai minatori per tornare a casa o andare al lavoro, con rispetto e amore del territorio, per i quali l’aspra fatica profumava di sacralità …

*passeggiata


Ed ora verso Buggerru, al  limite settentrionale dell’Iglesiente, dove pure rimangono i resti del passato glorioso dell’attività  mineraria della zona.
L’attuale paese, nato da un borgo minerario fondato nel 1864, rappresenta uno scenario di archeologia industriale che si affaccia su uno splendido litorale, fatto di case disposte a ventaglio.
La miniera  Malfidano, conosciuta già  dai romani per l’argento, ha prodotto tonnellate di zinco e di piombo ed è  rimasta attiva fino al 1979…Il suo moderno porticciolo è  sovrastato dall’uscita della galleria Henry, oggi museo a cielo aperto, un tempo percorsa da un treno che trasportava il minerale estratto..
Ci inoltriamo in auto in mezzo ai monti, pieni di tornanti, deserti, dopo aver cercato invano un locale per assaggiare qualcosa alla ricerca del b&b prenotato per la notte……. arriviamo…… nessuno…! perciò  ci viene utile mangiare quel pezzo di formaggio regalatoci ieri da un pastore in cerca di moglie… anche usata…
Saliamo le scale del b&b Sa Rocca  e troviamo il proprietario che ci conduce alle belle e moderne stanze: è  veramente un’oasi elegante in mezzo al nulla..  a cena menu fisso con piatti caratteristici.. porceddu allo spiedo, vari tipi di salse, carni, formaggi, pane casereccio..
Si preannuncia un temporale notturno…arriva piuttosto  forte ma …siamo al riparo…e stanchissime.. Buona notte!!



RITORNO A CAGLIARI TRA CHIESE, GROTTE, MURALES E MUSEI
Giovedì  1 ottobre ripartiamo con pioggia battente, i cellulari non hanno rete, a casa sono in ansia perché  il meteo sardo da’  codice rosso…
Siamo nell’estrema parte sud occidentale dell’isola. .e.. Incassata fra due monti scopriamo una grande e oscura porta di roccia che si addentra nella terra…la grotta di S.Giovanni la cui  strada interna diventa per noi motivo di rifugio e di curiosità..

*Grotta San Giovanni





Essa, formatasi in seguito al cedimento di un’enorme massa calcarea, ramificatasi in due tunnel con  stalattiti, stalagmiti e concrezioni  a vaschetta, è  stata usata come rifugio sin dalla preistoria….ad oggi sempre provvidenziale. !!
Per strada una sosta obbligata davanti ad un capolavoro ..la chiesa di S. Maria di Uta, lo stile romanico-sardo, che si può  riconoscere in tantissime altre incantevoli chiese cosparse per l'isola..uno stile fiero, sintesi di maestranze pisane, lucchesi, pistoiesi e lombarde mediante l’operosità dei monaci di S. Vittore di Marsiglia, detti I Vittorini…

*Santa Maria di Uta




Tali edifici sono di una arcana e poetica semplicità, quasi tutti senza campanile, simili a turiboli qua e là  posati, per far salire al cielo  le preghiere dei più  puri di cuore.. la povera gente..
Un’altra sosta a S. Sperate, conosciuto ed apprezzato  per le tante opere d’arte sparse per tutto il paese, 400   murales… Si  tratta in realtà  di un vero e proprio museo a cielo aperto in cui sono state ritratte le persone, i lavori, i paesaggi da artisti  famosi provenienti da ogni parte del mondo..

*Murales




Ed ora  a Cagliari, definita “città  di  luce, pietra e mare”, dai bastioni nello storico quartiere di Castello alla spiaggia del Poetto, dagli stagni di Molentargius alla Marina… ..e poi arte, musei e palazzi da scoprire, chiarissimi alla luce del mattino.

*Cagliari



Al Museo  Archeologico  nazionale  ammiriamo, in particolare, I guerrieri-giganti (2 metri) di Mont’E Prama (Cabras), raffigurazioni umane monumentali  scolpite su pietra arenaria, databili tra il X e l’VIII sec.  A. C., unici esempi di statuaria in pietra del periodo nuragico…

*Mont'E Prama


Alla Pinacoteca  nazionale di questa sorprendente città, scopriamo l’arte dei retabli… di origine  sardo-catalana, con l’aiuto di un’appassionata e preparata signora bionda che ci fa apprezzare questi polittici di grandi dimensioni, dai quattro ai dieci metri di altezza, destinati a fare da spalla agli altari delle chiese..
Colori, forme, espressioni, di totale impatto visivo ed emotivo…bellissimi!!

*retabli

Cena dal Buongustaio,  con tonno alla Carlo Felice, bottarga al sedano e limone, zuppa di cozze e arselle..poi giro della città, verso la Marina e il Corso..
2 ottobre: è  arrivato il giorno della partenza così, dopo una piacevole visita al Duomo pisano ed alla terrazza di S.  Remy, si va a prendere l’ultimo sole al Poetto, la lunga e  bianca striscia di sabbia dei fortunati cagliaritani, dai gentili gestori del bagno “Nilo”….

*Poetto



Alle 21 l’aereo ci riporta a casa, tra le piogge e le nebbie della pianura padana ma anche agli affetti ed alla serenità  di tranquilli giorni..
Arrivederci a tanti bellissimi luoghi che non abbiamo ancora conosciuto. .
Il respiro dei viaggi dilata anche le nostre anime e ci dà  la possibilità, con l’esperienza, di crescere e capire sempre più ….Ciaoooooooooo


Commenti

  1. Cos'hanno in più Grecia, Spagna, Turchia. .altre.. rispetto ala varietà di paesaggi, borghi storici, pietanze saporite.. della nostra Italia? Nulla di invidiabile e così diverso.. data la varietà dei nostri paesaggi, differenti in ogni regione e così unici..
    Amiamola e difendiamola dunque...

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  2. Dimenticate la Sardegna della costa Smeralda.. Il sud ovest è tutt altra cosa specie fuori stagione.Questa parte dell isola è autentica, affascinante per la storia, le spiagge, la varieta'dei paesaggi, gli usi e costumi e il cibo.
    Ricordo di aver riconosciuto la spiaggia è un angolo del paradiso che io immagino, vicina al faro dopo Nola.
    Complice il tempo minaccioso, la costa mineraria mi ha affascinato e impaurito.. Miniere abbandonate, rocce dai colori inimmaginabili, onde che si infrangevano minacciose sulle coste, senzazioni di dolore e fatiche antiche dei minatori..
    Troppo emozionante! Tutto intorno sentivo come un racconto.. Certo avere il cellulare che non prendeva affinava i sensi e aiutava "la immersione" e la concentrazione sui luoghi.
    Cagliari mi è piaciuta, passata la tempesta il sole le dava una luce molto particolare.
    Il museo archeologico nasconde un patrimonio eccezzionale :le statue dei giganti ritrovate in localita'Monte Prama", sono molto antiche e fanno davvero effetto(ne hanno ritrovate altre durante gli scavi di quest anno).
    Da ultimo ricordo con nostalgia le incontenibile risate a sant Antioco
    sul lungomare dopo una cena gustosissima di pesce fresco tipico e forse un buon bicchiere di Cannonau. Sardegna aspettami per visitare la zona sud est!

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  3. Abbiamo letto di un progetto per over 65 da parte del sindaco di Fluminimaggiore, uno dei paesi attraversati in questo viaggio.
    Il progetto prevede alloggi, assistenza, aria del vicino bellissimo mare per gruppi di pensionati..
    In questo modo si favorirebbe il ripopolamento, con vantaggi reciproci.
    Da prendere in considerazione ....facciamoci un pensierino...rivolto agli italiani che scelgono Spagna, Portogallo,Tunisia o altro.
    Ci sono luoghi più vicini e altrettanto allettanti...

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  4. 30 anni fa la Gallura, poi la Costa Smeralda, sempre a distanza di quattro anni e sempre con la famiglia, poi BASTAA!! Paesaggi irriconoscibili, cementificati, spiagge affollatissime anche a giugno.
    Ci è voluto il Sulcis (2003) per fare pace con l'isola.
    La roccia viola del Pan di Zucchero, la costa selvaggia e incontaminata, Cala Domestica, le miniere e...oltre Buggerru ? Le dune e i caproni di Piscinas, chilometri e chilometri in mezzo al nulla e la spiaggia delle uova.
    Sì, amiche, la costa occidentale è una continua sorpresa e non avete avuto il tempo di spingervi un po' più a nord, ma ve lo consiglio.
    Come vi raccomando Carloforte, le colonne, la piazzetta ornata da quattro alberi di ficus, il piccolo b&b "il ghiro" e la splendida accoglienza di Nicolo Pomata e del suo ristorante.
    Se avete voglia di esplorare l interno..l'Oliena e Sugologone, quasi irraggiungibile perché ancora di più "in mezzo al mondo" e ammesso che pecore e vitellini vi cedano il passaggio.
    Sì, la costa Smeralda resta un lontano ricordo, meglio se fermo agli anni '80.

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  5. Grazie, nonnadellanebbia, i tuoi suggerimenti sono preziosi.
    Li seguiremo appena possibile.
    A risentirci presto.

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