Sicilia bedda 5---Da Catania ad Agrigento e ritorno (maggio 2013)





Per molti anni sono scesa a Catania con la mia famiglia attraversando la penisola, poi lo stretto con il traghetto di linea…dov’era tradizione “assaggiare “gli  arancini… lunghe code e poi… la guida in libertà (si fa per dire!) spericolata per adattarci ai ritmi del luogo.
Poi i parenti, la calorosa ospitalità, le mangiate di pasta al forno, pasta alla norma con melanzane e ricotta salata, polpettoni, il tutto con un bel pizzico di piccantezza… pane cotto nel forno di pietra, pasticcini di mandorla, granite con la brioche….e ancora. ..episodi di antichi nobili raccontati dalla nonna in un palazzo con muri bianchi e spessi per difendersi dal solleone.,.gite alle spiagge e sempre ,sullo sfondo,  l’ Etna, il vulcano più  alto d’Europa con suoi  capricci di lava e di fuoco, maestoso , sovrastante sul mare e sulla città.


Noi antavolanti scendiamo  ,naturalmente in aereo ,  e facciamo un giro con Francesco che ci accompagna per la città,



il cui centro storico è  patrimonio dell’UNESCO : piazza del Duomo con “o liotru”(elefantino simbolo di Catania), il Duomo di S. Agata, il chiassoso , caotico e coloratissimo mercato del pesce,  l’elegante via Etnea con i suoi palazzi barocchi, vetrine e pasticcerie, il Teatro Bellini…
Ci dirigiamo verso le isole dei Ciclopi… .Acicastello, località  situata su un costone lavico, ora meta di villeggiatura..in  passato  borgo peschereccio..poi Acitrezza, famosa per i mitici faraglioni, visti da Omero come sassi scagliati da Polifemo contro le navi di Ulisse…


Anche un nostro scrittore, Giovanni Verga , ambiento` in questo borgo peschereccio, la vicenda travagliata dei Malavoglia, famiglia poverissima, “vinta”dalle durezza degli eventi.....: andiamo a visitare la loro casa, con l’albero del nespolo, le reti da pesca, la  barca, il pavimento in terra battuta..pensiamo ai disagi patiti nei secoli scorsi ed al benessere attuale… stridente il paragone..

Alle ore 16 ripartiamo, via Enna e Caltanissetta, verso Agrigento con meta … Valle dei Templi  ,uno dei siti archeologici più  estesi e meglio conservati della civiltà  greca classica( patrimonio UNESCO) .


Ci fermiamo in un b & b magnificamente ristrutturato (con le camere intitolate alle opere di Pirandello, geniale scrittore e drammaturgo  )posto nella zona collinare di Agrigento, l'antica Girgenti ,che sovrasta la città  nuova , esplosa disordinatamente verso i Templi e la costa.
 Ci accolgono gentilissimi e premurosi giovani , che hanno risposto picche alla disoccupazione con volontà  e non pochi sacrifici..
La sera usciamo a cena per l’ assaggino di una eccellente caponata, in una locanda di giovani pure. …poi in su,  per esplorare la parte più  antica… scale.. scale… case addossate le une alle altre.. poca luce.. Rientriamo..
Il mattino  ,dopo una breve visita al Teatro Pirandelliano , scendiamo per visitare i resti di almeno una parte dei 12 templi di ordine dorico, 3 santuari,  molte necropoli, 2 agora`, opere idrauliche e fortificazioni..
In particolare ammiriamo, del V sec , il tempio di Hera( Giunone), dove si celebravano le nozze… il tempio della Concordia, le 8 colonne rimaste del tempio di Ercole, tempi o dei Dioscuri, il tempio di Zeus, il più  grande del mondo antico.

 

Adagiati sul terreno vediamo  resti di una scultura , un uomo alto circa 7 metri e mezzo ,  quale Atlante che sorreggeva la volta celeste :  il telamone.
*

Di nuovo in viaggio per scoprire il tratto di costa a sud-ovest dell’isola, verso Sciacca, città  marinara, turistica e termale, ricca di monumenti e chiese, nota per le sue ceramiche..
Ci  intratteniamo nel centro storico e scopriamo le stradine arroccate in un continuo sali e scendi. …ci soffermiamo sulle panchine di piazza Scandagliato, dove ci divertiamo ad ascoltare la colorita parlata di un gruppo di anziani locali, gustando un meraviglioso gelato ai pistacchi ed ammirando il panorama..
Un giro al porto dove si sta contrattando il prezzo del pesce,  una visita all’immancabile chiesa barocca ricca di dipinti..



….verso Selinunte, in provincia di Trapani, antica e ricca città  distrutta dai cartaginesi nel 409 a. C .,ma che ha conservato buona parte di uno spettacolare tempio dorico, situato  in mezzo ad una selvaggia e lussureggiante  vegetazione, con vista mare.. Indimenticabile.
Sulla strada del ritorno ci incuriosisce vedere all’interno il borgo medievale di Caccamo, famosa per il suo castello difensivo normanno, uno dei più  grandi e meglio conservati in Sicilia..ma lontano dalle classiche rotte turistiche.. Peccato.
Saliamo lungo  il corso principale fino al centro storico su stradine ben tenute e case  ristrutturate ,ci fermiamo a mangiare un panino sulla panchina poi visita al castello, in  cui si racconta un leggenda d’amore tra la figlia del Signore del luogo innamorata di un soldato, costretta in convento e morta di dolore… sembra che lo spirito della ragazza vaghi per il castello nelle notti di luna piena, offrendo un melograno con l’auspicio di trovare un tesoro.. Chissà… .ci siamo perse un’occasione?
Infine ritorniamo a notte fonda, dopo una gustosa cenetta, con scambio di impressioni sulle giornate trascorse e battute varie.. Alla salute!



Commenti

  1. Cara Sicilia dal lontano 1982 (il viaggio di nozze) ho imparato ad amarti scendendo da te tante volte e non mi hai mai delusa.
    Amo tutto di te :il cielo azzurro ,il mare sempre diverso, il profumo della macchia mediterranea, il calore dei tuoi abitanti , le vestigia di un tempo passato ,e naturalmente la varietà e il gusto del cibo(la granita di mandorle a Oliveri é come dice il mio amico francesco di Catania la prova dell esistenza di Dio)..
    A presto

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