VIAGGIO IN GIORDANIA( 6 marzo -21 marzo 2019)




                     
Lucia, Daniela, Tiziana, Lea, Marisa, Franca, Lidia, M.Luisa e Martino

Sabato 16 marzo  -----    Partenza ore 2. Aereo alle 6.15. Arrivo alle 10.30, in anticipo di mezz’ora.
Visti di corsa
Ad AMMAN in pullman (oscurato… sul dietro, con tendine nere).
Verso JERASH, città carovaniera ellenistico-romana, sito considerato una sorta di Pompei del Medio Oriente, estesa per un centinaio di ettari con le sue vie monumentali colonnate, i grandi templi di Zeus ed Artemide, due teatri e l’ originalissima piazza ovale.



Mohamed ci fa ammirare l’arco di Adriano (129-130 a.C.), i resti della chiesa bizantina del vescovo Mariano, l’ippodromo, destinato alla corsa delle bighe e delle quadrighe, forse anche a gare con dromedari..), la piazza ovale, il ninfeo.. Percorriamo il lungo decumano colonnato e inizia la pioggerella
Ci ripariamo sotto i covoli del teatro semicircolare Nord (Commodo164-165 d.C.) e poi.. di corsa sotto la pioggia battente a cercare ripari (scarpe da ballo di Martino inzuppate di fango, ombrelli che si rompono al vento..)… il riparo con un the … salato… rimproveri di Mohamed per la fuga…infine  la salvezza sul pulmino che ci riporta al Larsa–hotel.
Rientro zuppo e nella nebbia (scopriamo che Amman è alta circa 1000 m) , asciugatura panni, cena raffinata con zuppe, verdure, pesce, dolci squisiti, poi “filò” in cerchio al freddo del bar con forte odore di fumo.
In camera: porta che non chiude, phon non asciuga, riscaldamento non funziona, bagno freddo perde acqua…, lampade ad intermittenza, televisore non funzionante: albergo  giordano 4 stelle****!!!!

Domenica 17 marzo
Dopo la colazione, alle 8 ripartiamo verso sud, su un pullman grigio molto confortevole, lasciando Amman sotto la pioggia ..Scegliamo di non visitare il castello crociato di Kerak e proseguire direttamente per MADABA, attraverso grandi altipiani fertili..
In questo tratto di Giordania, in vicinanza del fiume Giordano e della Terrasanta, si concentrano molti importanti luoghi santi: il luogo del battesimo di Gesù, il palazzo di Erode dove fu decapitato Giovanni Battista, la tomba di Mosè e la grotta di Lot.
Madaba fu sede di un vescovado tra il IV e il VII sec. d.C., poi ridotta a povero villaggio e ripopolatasi all’arrivo di comunità cristiane originarie di Kerak, in cui vive attualmente la maggioranza cristiana della Giordania.
La città, a vocazione cristiana, cela una serie di bellissimi mosaici, realizzati da una  vera e propria “scuola di mosaicisti” (mosaici antichi si trovano anche dentro le case private, protetti dal governo).
Visitiamo la chiesa di S. Giorgio, tra i 10 monumenti più visitati della Giordania, costruita nel 1884, ma il pavimento raffigura la più antica mappa della Terrasanta conosciuta.
Il mosaico è un’opera bizantina (526-565 d.C.) e la mappa doveva servire ai pellegrini in viaggio  ma costituiva anche un punto d’appoggio all'illustrazione dell'antico e del nuovo Testamento, durante la liturgia. Arriviamo al Monte Nebo (727 m. s.l.m.), in cui, secondo la tradizione, morì Mosè prima di poter toccare con mano la Terra Promessa. I primi cristiani conoscevano questa montagna, tanto che vi costruirono una chiesa abbellita e ristrutturata varie volte, ospitando una comunità di monaci e divenendo luogo di pellegrinaggio.



Nel IV sec. d.C. una pellegrina, di nome Egeria, la visitò, lasciando un diario di viaggio a cui seguirono importanti testimonianze orali secondo le quali ad un pastore si era rivelata  la figura luminosa di un  grande vecchio all’imboccatura di una grotta. Da qui, dopo il racconto del pastore, la decisione di costruire sul posto una cappella memoriale che più tardi, si sarebbe trasformata in un monastero affidato all’ordine dei francescani.
Lungo il sentiero un monolite in calcare scolpito in occasione della visita di Giovanni Paolo II in Terra Santa per il Giubileo del 2000: "Dio è amore" e  "un solo Dio, padre di tutti, sopra tutti".
Ci  inoltriamo verso la sommità del colle da cui è possibile vedere il Giordano, il mar Morto, la cittaà di Gerico, nei giorni limpidi anche la città di Gerusalemme. Sull’orlo della terrazza svetta il monumento di bronzo di Fantoni, artista fiorentino, rappresentante il bastone di Mosè attorno a cui si avvolge il serpente.
Entriamo nella basilica e ci si presentano bellissimi mosaici: a sx un mosaico con uccelli affiancati ad un vaso da cui sgorga una vite, simbolo della fede -  a dx e alle pareti pannelli mosaicati di grande impatto visivo.
E’ l’ora di dirigerci verso Petra e il clima si mette al bello. Secondo Mohamed è il caso di visitare la Piccola PetraSiq al-Barid per godere meglio Petra all’indomani.



La nostra passeggiata ci conduce ad un ampio spiazzo attrezzato, in cui non mancano bancarelle ed i punti di rinfresco. Poco oltre una stretta fessura ricavata tra due rocce e percorribile solo a piedi .
Prima dell’imboccatura una falesia è stata scalpellata per ricavare un edificio rupestre con una facciata a frontone. Oltrepassato uno stretto budello (dove un ragazzo del posto passa velocemente percuotendo un asinello) la valle si incunea per circa 500 m. e si perde presso una lunga scalinata stretta tra due pareti di roccia (le scale raggiungevano vecchie dighe e cisterne che garantivano le scorte d’acqua agli abitanti).
Il percorso del piccolo Siq è tutto un alternarsi di camere scavate nella roccia e di scalette che si inerpicano sulle montagne. Il fascino di questo angolo di Petra è costituito soprattutto dalle pareti in arenaria strapiombanti solcate da molteplici fessurazioni. Modellate dal vento e dall’erosione meteorica, esse presentano tutte le varianti dei colori dell’ocra.
Noi entriamo nello spirito del luogo intrecciandoci i foulards alla giordana, naturalmente accompagnando il tutto con risate e battute umoristiche.
Prima di cena un Hamman è d’obbligo, con forti getti di vapore, secchiate d’acqua e massaggi (con romantica offerta dell'anello a Franca: interrogativo della sera…sarà o non sarà ….amore???)
Sera all’Hotel Petra-Palace, curiosità sul vicino e lussuoso Movenpick, in attesa della visita del sito di Petra.

Lunedi’ 18 marzo




E’ mattina. Ci incamminiamo per raggiungere l’antica città dei NabateiPETRA, la città rupestre, situata nel cuore del deserto meridionale della Giordania, che deve il suo fascino al dialogo tra lo splendore delle architetture rupestri e l’aspetto fiabesco delle movimentate formazioni di arenaria dal bellissimo colore rosato.. Essa prosperò come capitale dal I sec. a.C., diventando di importante rilevanza per il commercio dell’incenso, mirra e spezie .. controllando le rotte carovaniere per il Mar Rosso e per le Indie.
I Nabatei producevano pure il preziosissimo olio di balsamo e traevano ricchezza dalla raccolta del bitume sulla superficie del Mar Morto
Petra controllava anche la via che connetteva l’Egitto con la Persia, rifornendo le carovane di cibo e acqua ed imponendo una sorta di pedaggio per l’attraversamento delle sue terre.
Per strada: cavalli al trotto, cavalieri con i tipici indumenti locali(tunica con collarino diritto, keffiyeh rosso e bianco, fermato da una sorta di anello sul capo, fatto con pelle di cammello), calessi, muli e dromedari (per trasporto passeggeri stanchi o curiosi).
Ai lati tre grossi blocchi squadrati di pietra, chiamati Djinn, (spiritello, genio o fantasma). Sembra fossero divinità preposte alla protezione delle fonti d’acqua. Più avanti la tomba degli obelischi, d’ispirazione egiziana, la tomba del serpente.
Il sentiero procede fino ad un moderno ponte da cui inizia una delle più  grandi meraviglie di PETRA,IL SIQ,
una fenditura lunga un chilometro con falesie ripide e dirupate dall’altezza oscillante tra i 90 e i 180 m.
Due canali d’acqua sono scolpiti lungo la roccia su ambedue i lati per dirottare nella città l’acqua della grande diga



Il primo, piccolissimo scorcio del palazzo del tesoro, il Khasnè (I sec. A.C.-I sec. d.C.)appare  tra due pareti vicinissime di roccia scura, nello splendore di un colore rosato: incredibile.. Esso fu un sepolcro reale e, al contempo, un edificio sacro in cui si rinnovavano le cerimonie religiose dei Nabatei.
All’interno si trova un’urna che, secondo tradizione, dovrebbe contenere il Tesoro del Faraone.
La facciata fu scavata nella montagna su due piani: pianterreno con portico di 6 colonne corinzie sormontate da trabeazione e timpano.
Due rilievi raffigurano Castore e Polluce, gemelli guerrieri a guardia dell’unico accesso. La scultura principale è quella di una divinità alata, (“Fortuna” simile a "Iside" e corrispondente alla loro massima dea femminile "Al Uzza")
Restiamo tutti allibiti, stupefatti, emozionati. Nel vasto pianoro veniamo assorbiti da una folla di turisti, beduini, dromedari, ragazzini del luogo. Che sensazione..
Dopo aver dato il via a foto individuali e di gruppo ci inoltriamo nel proseguo del sentiero: entriamo nella valle, un tempo giardino con cascate, bacini, ninfei, terrazzi coltivati.. ora arida ma sempre suggestiva. Ammiriamo le “tombe dei re” e il  "teatro" scavato interamente nella pietra.
Alcuni fanno una sosta ristoratrice, altre (non ben identificate….e invece..) affrontano la lunga scalinata (800 gradini) che porta alla montagna sacra: Al-Khutba, dove si trova El-Deir, grande monumento occupato in età bizantina da alcuni monaci, destinato nell’antichità alla venerazione del re e spazio per le celebrazioni collettive del popolo nabateo.
Rientro stanco ma, dopo cena, rientriamo per lo spettacolo  BY Nigth: percorso illuminato da “candele” racchiuse in sacchetti di carta.
Al Palazzo del tesoro un “abile” flautista ci diletta con pifferate allucinanti. Per fortuna costui viene interrotto da un oratore che racconta la storia di Petra, in inglese. Tutti fingono di capire..... Rientro ingentilito dai nostri canti e da brani di romanze da parte di M.Luisa.
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Martedi’19 marzo-----WADI RUM: montagne nel deserto scolpite dalla natura!!

Colazione all’alba e partenza alle ore 7.00. L’autista sfreccia velocissimo.. poi.. più calmo. Al “visitor center” fila chilometrica di signore ..poi alla jep per giro nel deserto. Un autista particolarmente avvenente, con lucidi capelli, viene conteso dalle signore ... davanti ai “7 pilastri della saggezza”, poi si parte  ..di corsa sulla sabbia rossa, arancione, gialla in mezzo  ad un paesaggio fatto di rocce scolpite dalla natura..(sabbie di antichi fondali marini che nascondono granito cristallino…) Urla liberatorie accompagnano la corsa…troppo bello ..




Sosta al monumento di Lawrence d’Arabia, con thè caldo versato da noi dalle teiere ottonate, nella lunga tenda beduina. Salita sulle dune, di colore rosso acceso (con sandali e alcune senza….che dolore..).







Foto sulla seconda duna, dimenticati i sandali da una delle esploratrici ma poi un intrepido veneto glieli porge dopo una veloce discesa.
Serata al campo “Magic”, tucul rivestiti di stoffa nera a righe, spazio per ballare, bar, tenda-ristorante.
Per cena agnello, pollo, patate cotte nel loro forno sotto la sabbia..
Dopo cena alcuni a “veder le stelle”, poi attorno al fuoco. Altri fuori all'alba del mattino dopo per ammirare il risveglio del deserto: dromedari in fila con il loro caratteristico verso, buchi nella rossa sabbia, voci che si risvegliano, versi di uccelli non conosciuti, pareti rocciose illuminate dal primo sole….





Mercoledì 20 marzo------MAR MORTO: depressione -400

Fanghi, bagno nell’acqua salatissima, caldo, docce, incomprensioni al ristorante, pranzo agitato: forse è tempo di tornare??



Ritorno ad Amman. Stavolta lo stesso hotel ci ha predisposto stanze confortevoli. Cena, dopocena con confidenze massaggi, risate (il solito…)
Prepariamo le valigie per il viaggio di ritorno..

Giovedi’ 21 marzo
Rientro veloce.. Di corsa ed in anticipo verso l’aeroporto. Saluti all’autista e a Mohamed (troppo simpatico, ciarliero, ironico e ben preparato).
Lunghissime procedure di imbarco.. poi.. verso Orio e casa..

VIAGGIO MOVIMENTATO, VARIO, PERSONALITA’ DIVERSE; PAESAGGI E MONUMENTI INCREDIBILI, SOPRATTUTTO IL WADI RUM, CHE CI E’ RIMASTO NELL’ANIMA, PER RICORDARCI  IL NOSTRO IO SELVAGGIO…….ALLA PROSSIMA:::







Commenti

  1. In ogni viaggio che faccio, con un gruppo meraviglioso di amiche, porto a casa sempre qualcosa di diverso dentro di me. La Giordania mi ha sorpreso. Forse ci ho vissuto in una vita precedente perché mi sono sentita bene come se fossi a casa. La consiglio. Ciao a tutti e buon viaggio.

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